Verso la reintroduzione delle tariffe minime

Pubblicato in Ratio News

Tra giungo e settembre sono stati presentati in Sentato due disegni di legge incentrati sul tema dell’equo compenso volti a ripristinare i minimi tariffari per i professionisti che esercitano un’attività intellettuale ad alta specializzazione (es. commercialisti). Tali provvedimenti hanno l’obiettivo di limitare le modifiche che erano state introdotte con il Decreto “Concorrenza” al fine di garantire dignità al professionista e all’attività che esso svolge.

Il disegno di legge 2918, presentato lo scorso 27 settembre dai senatori Gaetano Quagliariello (Il Popolo delle Libertà) e Serenella Fucsia (Federazione della Libertà – PLI), congiuntamente con il disegno di legge 2858, presentato dal senatore Maurizio Sacconi (Nuovo Centrodestra) nel mese di giugno, hanno come obiettivo la riforma della disciplina in materia di equo compenso dei professionisti, nonché misure relative alla responsabilità professionale delle professioni regolamentate. Tali provvedimenti, come fanno notare gli stessi proponenti, mirano a garantire, in tempi brevi, una maggiore tutela per le professioni ordinistiche e non, estendendo quindi le tutele più in generale alle categorie dei lavoratori autonomi. Dello stesso avviso è il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiani (Partito Democratico) che sottolinea come la ridefinizione del tema debba interessare non solo le professioni protette, ma le professioni autonome.

La riapplicazione dell’equo compenso, provvedimento in passato abrogato con le disposizioni contenute nel Decreto Bersani (Decreto Concorrenza) trova due parti contrapposte, da un lato chi reputa che la professionalità del lavoro autonomo vada tutelato e che il compenso sia componente fondamentale per garantire la professionalità, dall’altra vi è chi invece reputa che gli ordini professionali finiscano per limitarsi a tutelare gli interessi dei propri associati.

La ratio del precedente provvedimento era quella di armonizzare il nostro Paese agli altri Stati Membri, molto più liberali del Bel Paese sullo specifico tema. L’effetto però prodotto, come fatto notare da alcuni commentatori, ci ha indotti a una pressoché totale liberalizzazione che però rimane ben lontana dalle politiche intraprese dalle principali economie dell’Unione.

A malincuore va detto che tale liberalizzazione ha portato a un ribassamento radicale, a livello generalizzato, dei prezzi a scapito della qualità dei servizi e quindi snaturando la natura stessa delle prestazioni professionalmente qualificate erogate. Senza contare che la mancanza di un compenso ha spesso rimesso in discussione il decoro e la dignità professionale di molte categorie professionali che in molti casi non si sono viste assicurare un’adeguata remunerazione per l’opera svolta.

Al pari però, i professionisti dovranno rendere noto ai propri clienti il grado di complessità del lavoro che dovranno svolgere, nonché eventuali oneri conosciuti e stimabili al momento del conferimento dell’incarico. Sarà anche dovere del professionista comunicare gli estremi della propria polizza assicurativa sottoscritta per rifondere i danni eventualmente provocati nell’esercizio dell’attività professionale.

La Commissione Lavoro, alla luce delle forti similitudini presenti tra i due ddl, ha fissato in maniera congiunta il termine per la presentazione degli emendamenti lo scorso 10 ottobre. Restiamo fiduciosi circa i futuri sviluppi.

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