Il principi della competenza nella revisione delle rimanenze

Pubblicato in Ratio News

Dopo aver verificato l’asserzione dell’esistenza delle rimanenze, il revisore deve focalizzarsi sull’asserzione della competenze. In altre parole deve verificare che acquisti e vendite siano stati registrati secondo competenza economica e che tale impostazione sia correttamente estesa anche alla rappresentazione del magazzino. Il presente contributo pone l’attenzione su tale tipo di controllo.

Come noto, nel bilancio i ricavi e costi devono essere inseriti in bilancio secondo il principio della competenza economica. Tale impostazione deve quindi però anche riverberarsi per quanto concerne la voce rimanenze che a prescindere dal metodo di rilevazione (diretto o indiretto) ne risulta necessariamente correlata.

Il momento determinante per la rilevazione delle operazioni di acquisto o di vendita in caso di scambio di beni, secondo il principio della competenza, risulta essere il momento del trasferimento del rischio. Tale passaggio per i beni tangibili, avviene a livello generale, se non ci sono ulteriori previsioni, con la consegna.

Sotto il profilo contabile però, tale situazione, potrebbe non essere facilmente gestita. Potrebbe infatti non esserci sincronia tra il momento di rilevazione della movimentazione di magazzino, cioè di carico e scarico, e la rilevazione dell’acquisto e della vendita. Tale differimento temporale potrebbe incrementare il rischio di imprecisioni in prossimità della chiusura dell’esercizio. In questa logica, gli errori più ricorrenti che possono creare problemi al revisore potrebbero consistere nella mancati registrazione di costi d’acquisto relativi a merci pervenute e quindi valutate a magazzino, oppure l’emissione di fatture per merci che in fase di chiusura dell’esercizio non risultano ancora spedite. In entrambi i casi, l’effetto è migliorativo del bilancio. Per evitare questo genere di errori, il revisore deve porre in essere il c.d. test di cut-off, così da limitare il rischio che entrambi i momenti non siano rilevati nel medesimo esercizio. Per lo svolgimento del test di cut-off è necessario definire un campione di operazioni, in prossimità della data di bilancio, da sottoporre a controllo. L’ampiezza del controllo sarà determinata in funzione del grado di efficacia che si ritiene di attribuire al sistema di controllo interno. Il test si sostanzia nel confronto tra le fatture e i rispettivi documenti di trasporto. Si faccia però presente che questo tipo di controllo deve verificare le condizioni con le quali vengono effettuate le transazioni, in altri termini è necessario verificare l’effettivo momento nel quale la cessione di tutti i rischi.

A livello internazionale tali regole sono state ufficializzate dalla International Chamber of Commerce che le ha unificate per renderle regole generali negli scambi internazionali. Sulla base di tali clausole si fissano le obbligazioni in capo al venditore e al compratore circa l’esatto momento del trasferimento del rischio e quindi si delinea in modo chiaro a chi sono in capo, in un determinato momento, le relative responsabilità.

E’ quindi compito del revisore oltre alla semplice quadratura della documentazione contabile verificare, in base ai contratti in essere, l’effettivo momento di trasferimento del rischio

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