La revisione della voce debiti commerciali

Pubblicato in Ratio News

I debiti commerciali, spesso di importo molto rilevante, rivestono un ruolo di primordine nell’economia dello stato patrimoniale delle società. è dunque compito dei revisori, per quanto possibile, verificarne la completezza, nonché la loro corretta esposizione in bilancio. Il presente contributo analizza le asserzioni che devono essere verificate per la corretta verifica di tale posta.

La revisione della voce debiti commerciali presenta numerose analogie con il processo di revisione dei crediti commerciali. Il revisore, però, nell’approcciare tale voce, a differenza che per i crediti, deve valutare prima di tutto il rischio di una sottostima del loro ammontare. Ne deriva quindi un’indagine basata più sulla verifica dell’asserzione della completezza che sull’asserzione dell’esistenza. Così come per i crediti, tale verifica deve essere condotta richiedendo la c.d. conferma esterna. Tale conferma può avvenire a seguito della circolarizzazione dei creditori sociali. A differenza però della circolarizzazione dei clienti, nella lettera da inviare ai fornitori si è soliti non specificare l’importo, ma si richiede al fornitore l’invio dell’estratto conto riferito alla società revisionata. è importante, anche in questo caso, che l’intero processo sia supervisionato dal revisore in modo da limitare il più possibile l’intromissione del soggetto esaminato.

Per quanto, invece, concerne l’asserzione della valutazione, non vi sono in questo caso particolari problemi in quanto, come noto, nella maggior parte dei casi la loro rilevazione è effettuata a valore nominale. La rilevazione, infatti, al costo ammortizzato può produrre scostamenti con il valore nominale nel solo caso di debiti commerciali oltre 12 mesi, senza corresponsione di interessi, oppure con tassi d’interesse significativamente differenti da quelli di mercato. In tale prospettiva il revisore deve verificare l’assenza dei debiti commerciali con scadenza prevista oltre i 12 mesi, mentre in loro presenza, deve verificarne la loro corretta attualizzazione.

Potrebbe inoltre verificarsi il caso in cui gli amministratori non abbiano ritenuto di dover attualizzare la posta dei debiti in quanto non ritengono tale effetto rilevante. In questo caso sarà compito del revisore verificare la condivisibilità di tale valutazione. L’asserzione della competenza è verificata con l’utilizzo del test di cut-off, tecnica con la quale si confrontano gli ultimi documenti di trasporto in entrata relativi alle merci acquisite in prossimità della chiusura del bilancio con le fatture ricevute dai fornitori, ma anche i primi documenti di trasporto in entrata per merci ricevute immediatamente dopo la chiusura del bilancio. Tale verifica permette di verificare la corretta imputazione della posta di debito in relazione all’effettivo momento di passaggio dei rischi.

Infine, è compito del revisore ricercare eventuali passività non iscritte. Ad esempio, si possono selezionare alcuni pagamenti effettuati nei primi mesi dell’esercizio successivo e verificare che i relativi debiti risultassero iscritti nel bilancio dell’esercizio precedente, così come si possono selezionar alcune fatture dal registro IVA su acquisti relative all’anno successivo e, se la consegna era già avvenuta nell’anno precedente, verificare la corrette rilevazione delle fatture da ricevere. Si potrebbero anche esaminare i principali contratti stipulati dalla società, oppure i proforma ricevuti dai professionisti e verificarne la loro corretta iscrizione tra le passività. Ancora, è buona prassi circolarizzare i consulenti al fine di rilevare eventuali compensi già maturati non indicati in bilancio.

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