La revisione delle disponibilità liquide

Pubblicato in Ratio News

Una delle aree aziendali, per vari motivi, sottoposte a maggiori rischi, è quella inerente le disponibilità liquide, ossia la cassa e le banche. Il presente contributo illustra come il revisore debba operare per porre in essere le procedure idonee a un’attenta verifica di tali poste.

E’ molto importante che le procedure aziendali riguardanti la gestione della liquidità siano gestite in maniera analitica, in quanto, come noto, la liquidità a differenza di altre poste, potrebbe essere soggetta a sottrazioni o un uso improprio. In questa logica è buona prassi aziendale che su questo tema, più che su altri, vi sia una più accentuata tendenza, lei limiti consentiti, di separazione dei compiti e di chiara definizione delle responsabilità. Questo si sostanzia, ad esempio, in una separazione di ruolo tra chi contabilizza i movimenti di denaro rispetto a chi ha diretto accesso allo stesso. In fase “interim”, se il revisore ne raveddesse la necessità, si può procedere con l’effettuazione di controlli di banca e cassa senza preavviso. Sarà inoltre compito del revisore verificare che la procedura prevede per pagamenti al disopra di certi importi la richiesta di autorizzazione, nonché la predisposizione di specifici report. Per quanto riguarda i test di sostanza, le asserzioni che devono essere verificare sono: l’esistenza e la libera disponibilità, la competenza e la corretta esposizione in bilancio. Circa l’esistenza e la libera disponibilità, sarà compito del revisore verificare che i valori esposti in bilancio siano veritieri, ma anche che tali valori siano realmente disponibili. Tale tipo di asserzione richiede quindi per la cassa la conta fisica, mentre per la banca sarà necessario richiedere la conferma esterna. Tale conferma deve essere ottenuta con la circolarizzazione di tutti gli istituti di credito con cui l’impresa ha rapporti. Sarà quindi compito del revisore individuare le banche e richiedere alle stesse la posizione vantata dalla società nei loro confronti. Tale processo deve coinvolgere anche le banca la cui posizione dovesse risultare chiusa nel corso dell’esercizio. In risposta, le banche provvederanno alla predisposizione del modello ABI-REV nel quale il revisore potrà trovare tutte le informazioni di cui necessita. E’ possibile che i dati comunicati dalla banca, rispetto a quelli presenti in contabilità dalla società, presentino dei disallineamenti, in questo caso sarà compito del revisore porre in essere la c.d. riconciliazione dei valori. Si tratta di un’operazione spesso necessaria per via dello sfasamento temporale nella registrazione dei due soggetti e per via di alcuni correttivi effettuati per competenza sul finire dell’esercizio. Infine, sarà compito del revisore verificare che i saldi siano correttamente esposti in bilancio. La loro esposizione infatti deve essere effettuata senza compensazioni (i saldi attivi devono andare tra le attività, mentre quelli passivi nei debiti verso banche). Il revisore in questa fase deve anche verificare che eventuali operazioni di smobilizzo crediti o anticipo fatture siano state rappresentante in maniera corretta. Ad esempio, in presenza di ricevute bancarie salvo buon fine già accretitate, il revisore dovrà verificare che siano presenti in bilancio sia il credito verso clienti che il debito verso banche in quanto il rischio di credito verte ancora in capo alla società.

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